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“La storia dei Siculi- fin dalle loro origini”/Claudio D’Angelo

  • SOUMAYA BOUROUGAAOUI
  • Jun 7, 2017
  • 3 min read

La Sicilia, l’isola più estesa del mar Mediterraneo per superfecie e popolazione, è stata influenzata dai diversi gruppi etnici. E grazie alla sua posizione strategica ed importante, la Sicilia ha rivestito un ruolo predominante negli eventi storici che avevano come protagonisti i popoli del Mediterraneo. Prima della colonizzazione ellenica, fu abitata da diverse popolazioni come Sicani, Elimi e Siculi; gli antichi popoli di Sicilia. Come diceva lo storico siceliota ed autore di una colossale e monumentale storia universale, la Bibliotheca historica, Diodoro Siculo (Agyrium, 90 a.C circa- 27 a.C circa),“Poiché abbiamo intitolato questo libro Le isole, in conformità con questa intestazione, la prima isola di cui parleremo sarà la Sicilia, perché è la più ricca delle isole ed è al primo posto per l’antichità dei miti che si raccontano a suo riguardo. L’isola, in antico chiamata Trinacria per la sua forma, poi denominata Sicania dai Sicani che vi si stabilirono, alla fine ha avuto nome Sicilia dai Siculi, che vi passarono in massa dall’Italia.”

Nel libro “La storia dei Siculi- fin dalle loro origini” del dottor Claudio D’Angelo, saggista, storico e ricercatore siciliano, ha esposto le sue ricerche con una lucidissima analisi e varie interpretazioni, in quanto è stato interessato alle vere e proprie origini del popolo, soprattutto dei Siculi. Ha deciso quindi di seguire precisamente le loro tracce del periodo preistorico.

Nella prefazione del libro, il poeta e lo scrittore trapanese Antonello Frattagli scrive: “ I Siculi, nella storia e sulla carta, è per me un viaggio che l’autore, Claudio D’Angelo, ha affrontato portandosi dietro soltanto le valige dell’anima... LA SCRITTURA... un viaggio della mente che messo su carta assume contorni, colori, identità...un viaggio, che sempre ricomincia, come la vita, e ogni annotazione sul taccuino è un prologo. Perché, Claudio d’Angelo, in questo suo lavoro che giudico autenticamente poetico, viaggia alla scoperta di un popolo, direi meglio all’interno di un popolo, ed è come se viaggiasse all’interno di se stesso e non soltanto, perché è nello specchio delle cose, degli uomini, degli avvenimenti, di quanto leggiamo negli antichi testi, che ritroviamo non solo le nostre origini, ma noi stessi. ”

Nel 7000 A. C nei pressi del grande fiume Indo, nacque una metropoli dell’antichità come dice il nostro storico “ posta tra le valli montane del Baluchistan e le pianure dell’Indo; “Mehrgarh”, dunque, si tratta di una tra le più antiche e popolose città dell’epoca con 25.000 abitanti “ gli stessi che contava, in quel periodo, l‘intero Egitto. Dove le case erano costruite con mattoni e fango, acque canalizzate per agricoltura assai avanzata, granai dove immagazzinare i cereali, coltivazione del cotone, allevamento del bestiame, elevate tecniche di pesca...”.

Poi, intorno al 6000 A. C, a migliaia di chilometri più a nord in Turkmanistan, comparve una nuova città avendo le stesse caratteristiche di Mehrgarh...

Il dottor D’Angelo, ci mostra che le successive ricerche sia sul campo archeologico sia genetico evidenziano che “Jeitun” manifestava la stessa economia in situazioni ambientali similari alla città di origine, vi erano terreni sterminati e fertilissimi da coltivare e buonissima quantità di acqua dolce.

Nel 5500 A. C vi fu un’improvvisa ed inaspettata catastrofe, con lo sciogliemento dei ghiacciai, l’innalzamento dei mari provocò lo sfondamento del Mediterraneo attraverso il Bosforo inondando il grande lago di acqua dolce abitato dagli Adani, e costrinse i sopravvissuti, a una fuga verso tutte le direzioni.

Gli Adani che andarono verso Ovest furono identificati come “ cultura dei Cucuteni”.

Secondo lo scrittore D’Angelo, i Siculi; da Sikle che significa... falce ( falciatori- agricoltori), “ se guardiamo uno dei tanti manufatti in ceramica appartenente ai Cucuteni, restiamo sbalorditi. La parte dei Siculi che si spostarono a Ovest li individuamo nella “ cultura Vucedol” e storici ed archeologici li indicano con diversi appellativi: Illiri, Dalmati, Pelasgi, Hethei, “ cultura Vucedol. Quindi, i Siculi erano il popolo di falciatori che portava con se non solo il segreto dell’agricoltura, ma anche, l’arte della navigazione andando alla ricerca di minerali che giunsero sulle coste italiane via mare intorno al 1700 A. C. Giunti in Italia, i siculi occuparono la penisola e vennero identificati dagli archeologi come “cultura Appenninica”. Esattamente, intorno al 1350 A. C, i Siculi giunsero in Sicilia.

Ma intorno al 1200 A. C a causa di una grande crisi climatica che provocò lo spostamento di vari popoli in tutto il bacino del Mediterraneo, in Italia, le nuove popolazioni mescolate con i Siculi, dettero origine a diverse etnie: Veneti, Osco-Umbri, Sabini, Etruschi, Latini. Infatti, questi nuovi popoli vennero chiamati “Popoli Italici” dal nome del grande re e condottiere dei Siculi “ Italo”.

Concludiamo con la citazione del nostro scrittore D’Angelo:

“I Siculi... un popolo la cui origine appartiene al lontanissimo mondo orientale.

Apriamo, gli occhi, ricerchiamo l’autenticità delle nostre origini, riscopriamo oggettività e bellezza della terra in cui viviamo e dalle cose che ci circondano, non conoscere la nostra provenienza equivale a non sapere dove siamo diretti”.


 
 
 

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